ENIGMI

"UFO o FENOMENI?"

 

1) Introduzione

Nel museo di Bagdad sono esposte delle pile elettriche costruite alcuni millenni fa. Chi le ha costruite e perche'? Spesso, come in questo caso, non esistono risposte univoche.

In tutte le Epoche, storiche e non, ed in tutte le parti del Mondo si trovano segni o testimonianze di fatti che non si riescono a spiegare e che noi definiamo ENIGMI. La loro interpretazione risulta spesso complessa e non sempre univoca. La scienza ha tentato di dare loro soluzioni chiare riuscendoci in molti casi. Purtroppo per alcuni sono rimasti dei lati oscuri che hanno fatto persistere l'enigma fino ai nostri giorni.

Con l'avvento della nuova ricerca scientifica, conseguente agli studi iniziati dopo la seconda guerra mondiale da parte degli americani e poi da molti ricercatori di tutto il mondo, relativa ai Fenomeni UFO, alcuni di questi Enigmi sono stati studiati in modo nuovo ed hanno ricevuto una interpretazione che spesso risulta difficilmente confutabile se non richiedendo di poter ripetere la situazione in laboratorio. Purtroppo in molti casi tale ripetibilità non è ancora possibile con la tecnologia di cui disponiamo.

Ovviamente per gli Enigmi del passato non si può che accettare il dubbio espresso dalla scienza e limitarsi a proporre una possibile soluzione logica il cui unico punto debole consiste nella irripetibilità del fenomeno, ma per gli enigmi del presente o, in maggior misura del futuro, questa nuova metodologia può consentire una indagine più meticolosa. Infatti in questa nuova ottica, si potrebbero acquisire molti più dati di quanto non si sia fatto nel passato e si permetterebbe in tal modo non solo di risolvere molti fatti, che altrimenti cadrebbero nella schiera degli enigmi, ma forse anche alcuni degli enigmi dell'antichità.

Questo mio intervento si focalizzerà su cinque enigmi famosi : Le Piramidi; Gli abitanti del Nuovo Mondo; Le pietre di Ica; I tracciati di Nazca; Le manifestazioni Mariane; che ammettono la doppia soluzione quella Ufologica e quella Fenomenica, ma che per il momento non consentono di decidere quale delle due sia giusta.

Partendo da queste considerazioni desidero sottolineare che, finché esiste un ragionevole dubbio non si può liquidare nessuna teoria.

Questo è senz'altro il caso dell'Ufologia che per il momento non ha ancora prodotto le prove decisive, ma ha dato tante prove parziali le quali consentono di affermare che siamo prossimi alla soluzione, non solo degli enigmi che ci porrà il futuro, ma anche di quelli del passato e del presente.

Iniziamo all'ora ad analizzare il primo enigma.

 

I) Le Piramidi

In Egitto vi sono circa ottanta Piramidi. Tra queste quella di Cheope, per le sue dimensioni colossali e per le infinite speculazioni a cui ha dato adito, è la più famosa. L'imponenza di tali costruzioni ha sempre affascinato l'uomo che, in epoca storica le considerava una delle sette meraviglie dell'umanità. Tutti sanno che furono fatte costruire dai Faraoni come loro tombe. Tutto sembrava risolto e nessun enigma esisteva.

La scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo creò l'enigma.

Infatti la scoperta delle piramidi Maya aprì una discussione tra studiosi che continua ancora adesso. Questa controversia è stata ulteriormente alimentata dalla scoperta delle mappe di Piri Reis, copia di antiche mappe sicuramente egizie, che danno il planisfero terrestre risalente a diecimila anni a.C.

Uno dei problemi da risolvere è la data in cui fu realizzata. L'ipotesi accettata fu che l'asse del corridoio principale della tomba dovesse essere allineato con una stella fissa, cioè la Polare. Nell'anno 2580 a.C. la stella polare si trovò perpendicolare all'asse del corridoio principale della tomba. Da ciò si dedusse che la data di costruzione della piramide doveva essere fissata in tale anno. La stella polare però descrive un'orbita completa nel firmamento di circa 26.000 anni. Cosa succederebbe se invece dell'anno 2580 la data dell'inaugurazione fosse ventiseimila anni prima, vale a dire quando la stella polare si trovava nella stessa posizione? Nulla ci autorizza a scartare questa ipotesi se si dà per accettabile la prima ipotesi astronomica.

Vi sono altre ipotesi di carattere esoterico della Piramide. Partendo da certe caratteristiche delle sue dimensioni, base, superficie, altezza, peso specifico, ed effettuando alcune operazioni, ad esempio dividendo il lato della base per l'altezza si ottiene il P greco 3,14159, numero questo magico non solo per la cabala ma anche per la geometria, rappresentando la relazione costante tra la circonferenza ed il diametro. I costruttori vollero realmente consegnarci questa costante? Inoltre la base della piramide è un quadrato, i cui lati presentano gli assi rigorosamente orientati nelle direzioni est-ovest e nord-sud. Ora si verifica la circostanza sorprendente che i meridiani ed i paralleli che determinano la sua posizione nel globo siano quelli di maggiore lunghezza, così che l'edificio si trova nel "punto centrale" della superficie terrestre. Fatto intenzionale o casuale? Nel caso della prima ipotesi i costruttori forse vollero darci un altro dato, la misura del pollice 2,548 cm, vale a dire la cinquecentomilionesima parte dell'asse terrestre. Infine la sua altezza 149 m corrisponde ad un milionesimo della distanza Terra-Sole ed il suo peso è un multiplo esatto del peso della Terra. Sono state trovate tante altre relazioni dalle quali si può configurare la meccanica del sistema planetario.

Per strano che possa sembrare, l'arma perfetta tipica degli indigeni d'Australia, il famoso "boomerang", era anche usato dagli Egizi e questo apre un'affascinante prospettiva per gli antropologi, poiché se tra Egitto ed Australia vi furono contatti marittimi, forse i primi abitanti del continente australe furono proprio Egizi. Ciò che si sa è che i primi gruppi umani arrivarono in Australia verso il 30.000 a.C. I boomerang trovati nella valle del Nilo risalgano alle ere predinastiche dell'Egitto, circa 30.000 anni a.C. Inoltre è stata rinvenuta una placca di bronzo della stessa epoca, conservata al Louvre, nella quale sono incisi cacciatori barbuti armati di boomerang ed ornati di piume che a prima vista sembrano autoctoni Australiani contemporanei. Ora se si suppone che gli Egizi furono gli abitanti dell'Australia, la conseguenza che si ricava è che furono anche i primi abitanti dell'America dal momento che gli abitanti di Lagoa Santa o Languida, dell'interno del Brasile, è chiaramente proveniente dall'Australia.

Questo spiegherebbe le piramidi americane.

Resta l'enigma della piramide in sé. Un tale spreco di tempo, di lavoro, di danaro, per un morto solo, anche se Faraone, per giunta un monumento facilmente saccheggiabile, come i secoli anno compiutamente dimostrato, solo per realizzare una tomba non è certo convincente.

L'ipotesi che sia una copia di un oggetto divino si fa sempre più concreta. Partendo dalla simbologia religiosa antica, la quale affermava che le anime dei morti dovevano essere traghettate in cielo presso le divinità mediante la barca dei morti, considerando le proprietà scientifiche tipiche di questa costruzione la cui forma risulta idonea a convogliare i campi elettromagnetici, considerando il fatto che le piramidi hanno due camere, una al centro, collegata con l'esterno, in cui non viene depositato nessun morto ed una in basso, sotto terra perpendicolarmente alla prima e ad essa collegata, in cui si trova il sarcofago del Faraone, una soluzione ufologica potrebbe essere che la costruzione altro non è che una grande antenna ricetrasmittente per frequenze altissime.

Infatti una tipica piramide di forma leggermente diversa, ma molto simile è stata realizzata ad Arecibo in America latina. Sulle montagne andine è stato realizzato infatti un grande ombrello rovesciato che funziona da telescopio che riceve i segnali radio degli oggetti celesti, e da cui il progetto SETI inviò alcuni anni fa un segnale nello spazio. La forma dell'apparecchiatura non creerebbe molti problemi alla rice-trasmissione se venisse cambiata da circolare in quadrata. Tale realizzazione scientifica moderna ben si attaglia anche alla credenza religiosa ancestrale secondo cui il corpo da inviare in cielo presso gli dei era posto nella parte inferiore della costruzione, là dove si trasmettono i segnali radio, mentre la parte ricevente era vuota in quanto era adibita solo all'arrivo della parola divina per cui occorreva collegarla con l'esterno.

Dall'insieme di queste deduzioni si evince che le Piramidi sono forse una riproduzione di un oggetto costruito da altri e che gli esseri umani hanno riprodotto senza afferrarne il significato ma dandogli una valenza magica e divina. Per confermare questa ipotesi non resta che realizzare questo rice-trasmettitore. La tecnologia moderna è ormai in grado di farlo, basterebbe trovare i fondi e mettere in piedi un team scientifico per attuarlo. Forse questa potrebbe essere una prima risposta concreta della nuova scienza ufologica.

In attesa che ciò avvenga passiamo ad esporre il secondo enigma.

 

II) Gli abitanti del Nuovo Mondo

Nonostante l'America sia il continente più giovane, e sia stato occupato solo nell'era moderna dai popoli depositari delle culture "antiche" per antonomasia, è la terra che più di ogni altra racchiude enigmi irrisolti. A mano a mano che si chiariscono alcuni oscuri misteri, vengono alla luce nuovi argomenti ed indizi che rivelano l'esistenza di intensi contatti e relazioni tra il Vecchio ed il Nuovo Mondo in un passato antecedente la scoperta dell'America. Sono ancora molti i misteri di questo continente non ancora svelati come ad esempio il sepolcro di Palenque in cui alcuni studiosi hanno individuato la figura di un astronauta, o l'enigma del dio Quetzalcoatl, che significa serpente piumato, che può rappresentare sia l'uomo divinizzato sia un dio che si fa uomo.

Da queste prime considerazioni si può facilmente comprendere quanto sia importante capire come siano sorte le culture del continente americano ed in particolare la formazione dei primi ragguppamenti umani di questo continente.

Le grandi culture amerinde di cui abbiamo conoscenza sono legate a tre principali popoli, gli Aztechi, i Maya e gli Inca. I più approfonditi studi recenti sembrano indicare che i tre popoli abbiano una origine comune, quella del popolo Nahua proveniente dal Pacifico con tratti somatici prevalentemente polinesiani.

Gli Aztechi il cui nome potrebbero significare "te-ca Az" cioè "della terra di Az" o "terra dei Nahua" sembra avessero le loro radici nelle regioni del Grande Lago Salato di Utah. Si tratta di popolazioni di provenienza oceanico-polinesiana. Queste popolazioni discesero verso il centro America molte migliaia di anni dopo che altri Nahua avevano contribuito allo sviluppo delle culture e delle civilizzazioni dell'Anahua-co, cioè del lago Nahua vicino a Città del Messico, unitamente ad altre stirpi come i Maya, gli "Urani" dell'antico Perù ed i "Gialli" dei Caraibi e del Nord. Gli Aztechi erano Nahua il cui sangue era mescolato con quello di altre etnie di provenienza siberiana o di origine mongola, vale a dire di razza gialla.

L'enigma però nasce dalla domanda: "quando cominciò la storia dei Nahua, in quale luogo dell'Oceano Pacifico?"

Una risposta potrebbe essere data dopo aver valutato in quale modo è attendibile la leggenda secondo cui la loro patria ancestrale fu un vasto continente situato in un luogo imprecisato dell'Oceano Pacifico scomparso in seguito ad un terribile cataclisma. Se le cose fossero andate effettivamente in questo modo, si troverebbe lì la mitica terra di Aztalan. Della scomparsa di questo leggendario continente restava memoria anche presso i Sumeri ed i popoli dell'India ed in tutti gli arcipelaghi del Pacifico. Che fosse conosciuto nell'America Centrale non deve stupire, perché i Nahua lì si stabilirono ed attraverso di essi la storia venne assimilata dai Maya e rimase registrata nel loro testo sacro chiamato "popol Vuh", aggregato ad altri fenomeni e cataclismi di tipo geologico che determinarono la separazione dell'America Centrale e del Sudamerica dall'Africa, mentre i popoli mesopotamici identificavano la fine del mitico continente con le terribili inondazioni del Tigri e dell'Eufrate.

Dall'insieme di queste conoscenze si può avanzare l'ipotesi che i Nahua fossero degli "Atlantidei" o Arii, vale a dire dello stesso ceppo dei caucasici europei. Tutto ciò è confermato dalla recente antropologia.

A questo punto, per avvalorare la tesi, è interessante notare che la teologia nahua, come quella aria, era identica a quella brahamina , a quella offita, alla parsi, a quella greco-romana e, in generale a quelle più prossime alla fonte originaria, che scomparve con Atlantideo dell'antichissima Lemuria, nella quale è possibile collocare la mitica Aztalan degli Ute.

Vale la pena ora di esaminare i miti ancestrali della cultura amerinda che si avvicinano a quelli della cultura del vecchio continente, mostrando legami che si ripetono anche tra civiltà lontanissime e che non hanno apparentemente nulla in comune tra loro.

La mitologia azteca parla di una lotta tra fratelli che furono vinti dal dio Huitzilolopochtli il dio pesce. Ea dei sumeri Poseidon o Nettuno dei greco-romani. La lotta cui abbiamo accennato è analoga a quella sostenuta da Zeus contro Poseidon. Inoltre il dio Quetzalcoatl significa colui che sta nel seno dl fuoco della terra, riferimento chiarissimo al dio Vulcano di tutte le civiltà oceaniche. La tradizione mitologica racconta che il dio nacque dalla terra divina che lo concepì collocando nel suo seno una piuma caduta dal cielo.

L'analogia con le radiazioni cosmiche è evidente ed il livello di conoscenza scientifica che traspare da tutto questo ci riporta ancora una volta ai primordi dell'umanità, alla razza estinta che dovette precedere la nostra era, il cui ricordo si riflette nella mitologia azteca, come in quella peruviana, sumera, indù egizia ecc.

Affinché si rifletta sull'ipotesi ufologica testé anticipata della razza precedente alla nostra, venuta dal cielo e fondatrice di Aztalan, si riportano qui di seguito due brani della Genesi relativi ai figli di Elohim (Gen 6,2) "E i figli di Elhoim videro che le figlie dell'uomo erano belle e presero per sé in moglie fra tutte quelle che sceglievano." ed ai Nefilim (Gen 6,4) "I Nefilim erano sulla terra in quei giorni e vi furono anche dopo che entrarono i figli di Elohim dalle figlie dell'uomo e queste partorirono ad essi. Essi sono i forti fin dagli antichi tempi, uomini famosi."

Anche queste sono ipotesi che non possono essere confermate da esperimenti di laboratorio, ma la cui validità può essere ricercata nella logicità delle argomentazioni che difficilmente possono essere confutate.

In attesa di nuovi sviluppi passiamo ad analizzare il terzo enigma.

 

III) Le pietre di Ica

Tra gli enigmi, del passato dell'umanità, inspiegabili o che rasentano l'assurdo, uno si colloca, per meriti propri, nettamente al di sopra di tutti: quello delle "pietre di Ica".

Chi incise le migliaia di misteriose pietre che raffigurano i soggetti più disparati? Alcuni rappresentano dinosauri, in altre appaiono difficili operazioni chirurgiche, addirittura dei trapianti. Gli archeologi negano la loro autenticità, perché accettarla significherebbe ammettere che milioni di anni fa esistessero esseri umani in grado di utilizzare mezzi tecnologici simili a quelli attuali. Ma le pietre esistono, sono un fatto reale e testimoniano che una simile ipotesi non è del tutto priva di fondamento. L'argomento merita quindi di essere considerato con attenzione ed obiettività.

La storia di questa scoperta ebbe inizio nel 1966 quando Javier Cabrera Darquea, medico in una piccola città peruviana chiamata Ica, ricevette da parte d'un amico d'infanzia F L. Romero un regalo originale, una pietra tondeggiante, di colore scuro, sulla cui superficie era inciso un pesce sconosciuto. Il dottor Cabrera chiese da dove veniva quel regalo e venne a sapere che le pietre erano vendute dai contadini Ocucaje per pochi soldi poiché, a quanto pareva, in quella zona abbondavano sulla superficie del deserto e non era difficile estrarle. Un'indagine più approfondita portò a scoprire che anche nel museo locale vi erano alcuni esemplari, ma che erano considerati opera di artigianato locale. L'agente detonatore dello scandalo storico fu l'apparizione delle prime conclusioni degli studi del dottor Cabrera che, a seguito dell'analisi di circa seimila di tali pietre comunicò al mondo scientifico che a parer suo si trattava di una vera e propria biblioteca preistorica, un messaggio trasmesso da una Umanità perduta che abitò la Terra milioni di anni fa.

Era possibile tutto ciò?

Esclusa l'ipotesi del falso, in quanto incidere cinquantamila pietre, quante ne sono state catalogate, presuppone, oltre alle migliaia di ore di lavoro, una conoscenza molto vasta, dalla zoologia alle tecniche di chirurgia avanzata, che difficilmente possono trovarsi in una sola persona o in un ristretto gruppo di falsificatori, ne restano altre due.

La prima suggerisce che l'antichità delle pietre di Ica non vada più in là di poche migliaia di anni essendo esse state trovate all'interno di tombe ed altri giacimenti archeologici, datati appunto qualche migliaio di anni.

La seconda che le iscrizioni siano state realizzate centinaia di migliaia di anni fa, forse milioni, ai tempi dei dinosauri.

Circa la prima ipotesi l'argomento è piuttosto debole perché, il fatto che siano state trovate in quei luoghi tombali ed archeologici non esclude la possibilità che esistessero già da milioni di anni. Perché allora furono sepolti insieme agli effetti personali del personaggio defunto? Probabilmente perché erano oggetto di culto, forse erano considerate messaggi di antiche civiltà tramandati di generazione in generazione.

Alcuni studiosi ipotizzano un'origine extraterrestre di queste pietre, fatto che non contraddice quanto abbiamo esposto sopra.Analizziamo il valore archeologico di Ica.

La valle, insieme a quelle di Pisco e Nazca, faceva parte dell'impero Chincha precedente quello Inca. Tutta la regione costituisce un'area archeologica molto importante in cui sono stati fatti ritrovamenti di ceramiche e di pitture murarie. I resti di ceramiche appartengono a vari periodi. E' difficile però porre in relazione i motivi che appaiono sulle ceramiche con quelli incisi sulle pietre di cui parliamo. Lo stile delle incisioni ricorda le espressioni artistiche di Nazca, ma la loro caratteristica più importante, per quanto riguarda la tecnica d'incisione, è che i tratti incisi dimostrano una grande perizia e motivi che ricorrono assiduamente, cosa che potrebbe indicare manufatti realizzati da pochi artigiani.

Il numero di tali manufatti, che non sono ciottoli, ma materiale più fragile e più denso, si aggira intorno ai cinquantamila le cui dimensioni vanno dai 10 cm di diametro a quasi 1 m. Le incisioni non rispondono a criteri estetici bensì sembrano destinati a trasmettere un messaggio tramite ideogrammi. In esse viene raffigurato di tutto: dagli animali che vissero un milione di anni fa fino a scoperte mediche e chirurgiche che potrebbero trovare una collocazione logica, compreso un trapianto di cervello, anche se non possono essere comprovate con certezza.

Una delle maggiori sorprese fu la scoperta di una serie di reperti nei quali si notavano creature umanoidi caratterizzate da membra fragili e testa molto grande, insieme ai grandi sauri. Alla luce di questi fatti e se non si tratta di uno scherzo colossale, i disegni delle pietre di Ica sorprendono ed inquietano.

Chi e con quali fini furono realizzati? E soprattutto quando?Se si considera con obiettività tutta la serie di dati in possesso, l'autenticità delle pietre di Ica non dovrebbe apparire tanto azzardata. In tal caso bisognerebbe ammettere che esseri umani siano esistiti in epoche remote. Se la paleontologia è attualmente solo in grado di dimostrare che, cento milioni di anni fa, esistevano i dinosauri, questo non esclude che non esistesse una razza umana progredita.

Forse un giorno un ritrovamento inaspettato rivoluzionerà tutti i postulati che oggi ci sembrano così granitici. Bisogna tener conto del fatto che i ritrovamenti paleontologici si devono più alla casualità che allo spirito di ricerca. Non bisogna ritenere impossibile, quindi, che l'evento sorprendente si produca, così come la famosa prova definitiva che attendiamo per risolvere gli enigmi ufologici. Intanto le pietre di Ica con tale ipotesi avrebbero una loro logica spiegazione.

Con tale soluzione in mano passiamo al quarto enigma.

 

IV) I tracciati di Nazca

Tra molti enigmi storici che riguardano il continente americano vi sono le cosidette "piste di Nazca" ed altre figure e tracciati come quello del "candelabro di Pisco".

Si tratta di alcuni disegni perfettamente geometrici, di dimensioni in molti casi chilometriche che possono essere essere colti nel loro insieme solo da grande altezza ed usando un mezzo che consenta di volare.

Queste figure sorprendenti rompono gli schemi della scienza archeologica. Tali disegni si trovano in una regione desolata e quasi desertica, a ridosso delle Ande, denominata la "pampa" di Nazca e Pulpa, presso la costa meridionale del Perù, nella quale gli eventi geologici hanno prodotto centinaia di chilometri quadrati di "lavagne naturali". Su queste lavagne, che per motivi climatici non subiscono le normali erosioni dovute agli eventi atmosferici, sono stati realizzati disegni di incredibile grandezza ed assoluta perfezione.

Le ipotesi più accreditate sono due. La prima di W. H Isbell è che i disegni furono essenzialmente il prodotto di meccanismi sociali che avevano lo scopo di mantenere l'equilibrio fra risorse e popolazione. Questa ipotesi anche se spiega il meccanismo che le ha prodotte non chiarisce il perchè sono state realizzate.

La seconda, formulata da Paul Kosos, tiene conto del fatto che le piste e le piattaforme si irradiano a partire da un centro, rispettando sostanzialmente i quattro punti cardinali. Di conseguenza l'ipotesi è che esse servissero come punti di osservazione astronomici, atti a consentire di seguire la traiettoria dei pianeti e degli astri onde poter ottenere una divisione del tempo sufficientemente esatta da usarsi per fini agricoli.

Purtroppo, il fatto che le linee rette ed oblique si dirigano verso l'orizzonte, scavalcando le le montagne e le cime delle Ande, senza preoccuparsi di deviare per evitare l'abisso o un picco, sembra indicare invece che si tratta di una prospettiva, vista da molto lontano, da un osservatore collocato su di un aereo o su una piattaforma molto alta.

Nel 1962 dalla Terra furono inviati segnali verso la Luna con potenti raggi laser dei quali conosciamo la precisione e la potenza. Il mistero di Nazca si chiarirebbe in modo singolare se immaginassimo che alcuni extraterrestri tracciarono con raggi laser, o con mezzi simili, questi disegni enigmatici che potrebbero forse rappresentare la loro scrittura geometrica il cui messaggio per noi potrebbe essere: "ecco la nostra scrittura, decifratela".

Chi li ha realizzati sono stati forse gli antenati genetici della razza umana, dei pre umani o degli esseri terrestri intelligenti non umani.

L'ipotesi che col tempo diventa sempre più concreta è che esiste la possibilità concreta dell'esistenza di esseri pre-umani intelligenti esistiti nell'era terziaria. L'argomento più solido risiede nella quasi universale accettazione della correlazione "antenati umani- rettili-saggi-dei potenti", che coincide con la teoria paleontologica dell'evoluzione della vita sul pianeta, secondo la quale uccelli e mammiferi discendono dai rettili. Ciò che la paleontologia non è in grado di affermare è se tra quelle razze di rettili ve ne sia stata qualcuna razionale.

I difensori dell'ipotesi extraterrestre cercano di scoprire prove del fatto che praticamente in tutte le tappe storiche vi furono, come nel presente, visite di esseri di altri pianeti sulla Terra. Vi è anche chi pensa che la razza umana sia una colonia fisica di tali esseri o un incrocio di antropoidi ai quali gli extraterrestri riuscirono a trasmettere l'intelligenza.

Poniamo la questione in altri termini.

Se realizzazioni come quelle di Nazca -e molte altre ripartite su tutti continenti- non sono umane, e se prima degli uomini non esistette nessun altro animale intelligente sulla Terra, bisogna pensare che tali opere vennero realizzate da esseri estranei alla Terra; oppure che la stessa razza umana sia la moltiplicazione di qualche colonia o corpo di spedizione extraterrestre che per qualche motivo non poté rientrare alla base e finì per incrociarsi con una delle scimmie antropoidi della Terra, ristabilendo qualche tempo dopo le comunicazioni per andarsene definitivamente.

Non esiste mitologia nella quale la creazione non sia in qualche modo opera di un potere cosmogonico associato o all'idea dell'uovo dal quale tutto uscì, o di un essere dal mostruoso aspetto di un rettile. L'antropomorfismo dell'essere originario è una tappa piuttosto tarda delle rappresentazioni mitologiche. Gli dei, nella fase più arcaica, sono descritti come esseri molto lontani dalle forme umane. Nelle descrizioni primitive essi amano, odiano, lottano, si divertono, si ribellano, proprio come gli uomini. Inoltre essi erano molto intelligenti, facevano prodigi ed insegnavano molte cose agli uomini. Si muovevano nell'aria per mezzo di "carri" capaci di volare come gli uccelli, grazie ai quali potevano spostarsi con grande rapidità e senza problemi da un punto all'altro della Terra.

Noi attualmente, con la tecnologia di cui disponiamo, siamo capaci di fare quello che facevano gli dei primitivi.

Le piste di Nazca troverebbero così una spiegazione logica e funzionale.

Con questo ulteriore contributo dato alla nostra proposta iniziale, passiamo all'esposizione dell'ultimo enigma

 

V) Le manifestazioni Mariane.

Alle soglie del Duemila l'Uomo comincia a balbettare con la sua conoscenza. Il progresso tecnologico-conoscitivo ha consentito all'Uomo di rendersi conto di tante cose che spaziano dalla maggiore comprensione dell'universo macro-cosmico, quello delle galassie e dei corpi celesti più strani come i buchi neri, a quella dell'universo micro-cosmico quale è l'atomo, l'elettrone ed i quarck.

Molte cose restano ancora da scoprire, molte malattie da sconfiggere, molti tabù da abbattere.

Alcune barriere appaiono insormontabili, ma seguendo il senso biblico, l'Uomo ha sì mangiato il frutto dell'albero del Bene e del Male acquisendone conoscenza, ma non ha potuto ancora godere del frutto dell'albero della Vita.

Per vivere meglio l'Uomo ha voluto anche saperne di più. Affidandomi alla parola del Papa Giovanni Paolo II che nell'ultimo suo libro " Varcare la soglia della speranza" riporta le parole che disse l'Angelo a Maria "Non avere paura" tento di affrontare un fenomeno particolare il fenomeno B.V.M. (dall'acronimo "Beate Vergine Maria).

Esiste tutta una serie di fenomeni, che sono stati studiati da tanti ricercatori tra cui i cari amici C. Malanga e R. Pinotti, che sono collegati alle apparizioni di entità animate che i testimoni identificano con la Beata Vergine Maria. In tutti questi fenomeni l'Entità comunica messaggi di tipo generale a tutta l'umanità in cui si dice sempre di pregare convertirsi e fare penitenza. Questi messaggi, sempre uguali, se sono perfettamente in linea con i concetti base del Cattolicesimo, validi ancora oggi, desunti dalle Sacre Scritture sono considerati dalla chiesa corretti per cui tali apparizioni, in accordo con i canoni del Nuovo e Vecchio Testamento sono apparizioni riconosciute. Tutte le apparizioni che sono in disaccordo con tali testi sacri vengono condannate dalla Chiesa. Sembra perciò che per la Chiesa non sia importante chi appare veramente, ma cosa dice. Dallo studio si scopre che l'Entità Animata che si fa chiamare Beata Vergine usa i concetti di Cattolicesimo che i veggenti conoscono, cioè non da teologi illuminati. Questa Vergine offre una visione del Cristianesimo che non è quella vera, ma quella che in quel contesto culturale ci si aspetta da lei.

Partendo da queste considerazioni è stata avanzata l'ipotesi che i fenomeni Mariani possano essere collegati a fenomeni ufologici. Infatti esistono molte analogie tra alcuni <<prodigi>> osservati a Fatima ed in altre apparizioni e certi fenomeni ufologici. Si può quindi supporre che molti dei fenomeni B.V.M. possono essere considerati il manifestarsi di un'attività extraterrestre. Per dirla con P.L. Sani "sembra che sia in atto un vero e proprio programma di catechizzazione destinato ad intensificarsi con il tempo". Le manifestazioni mariane, negli ultimi anni, stanno diventando epidemiche.

Una conclusione sufficientemente logica potrebbe essere che qualcuno vuole prepararci ad un incontro ravvicinato senza che noi si scappi o peggio si reagisca in maniera sconclusionata. Questa educazione è spiegabile solo in vista di una tale situazione.

Cosa ha in serbo per l'umanità il Regista di tali apparizioni? Questa risposta è tenuta ben stretta dal futuro.

 

VI) Conclusione

Certamente non si può dogmatizzare e assumere per certo tutto ciò che è relativo ad una semplice ipotesi, ma si dà il caso che nemmeno la scienza sia in grado di chiarire quali siano i motivi "naturali" di certe transizioni. Quando si avanzano una serie di ipotesi vuol dire che nessuna di queste comunque potrebbe da sola spiegare la complessità del fenomeno in modo soddisfacente.

Partendo dalle analisi mitologiche si può tranquillamente affermare che non esiste mitologia nella quale la creazione non sia in qualche modo opera di un potere cosmogonico associato o all'idea dell'uovo dal quale tutto uscì, o di un essere dal mostruoso aspetto di un rettile. L'antropomorfismo dell'essere originario è una tappa piuttosto tarda delle rappresentazioni mitologiche. Gli dei, nella fase più arcaica, sono descritti come esseri molto lontani dalle forme umane.

Nelle descrizioni primitive essi amano, odiano, lottano, si divertono, si ribellano, proprio come gli uomini. Inoltre essi erano molto intelligenti, facevano prodigi ed insegnavano molte cose agli uomini. Si muovevano nell'aria per mezzo di "carri" capaci di volare come gli uccelli, grazie ai quali potevano spostarsi con grande rapidità e senza problemi da un punto all'altro della Terra. Noi attualmente, con la tecnologia di cui disponiamo, siamo capaci di fare quello che facevano gli dei primitivi.

Inoltre non và dimenticato che se la paleontologia è attualmente solo in grado di dimostrare che, cento milioni di anni fa, esistevano i dinosauri, questo non esclude che non esistesse una razza umanaprogredita. Forse un giorno un ritrovamento inaspettato rivoluzionerà tutti i postulati che oggi ci sembrano così granitici. Bisogna tener conto del fatto che i ritrovamenti paleontologici si devono più alla casualità che allo spirito di ricerca.

Dall'insieme delle analisi fatte con i diversi casi presentati si può azzardare una prima conclusione sufficientemente logica.

Forse qualcuno vuole prepararci ad un incontro ravvicinato senza che noi si scappi o peggio si reagisca in maniera sconclusionata. Questa educazione è spiegabile solo in vista di una tale situazione.

Cosa ha in serbo per l'umanità il Regista di tali apparizioni? Questa risposta è tenuta ben stretta dal futuro.

Quindi per essere coerenti con le grandi scoperte della fisica moderna a partire da Galileo a giungere ad Einstein possiamo affermare che :

"Forse è giunta l'ora che noi umani smettiamo di pensare di essere i re dell'universo.

 

A.Magenta

Roma marzo 1995


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