INDAGINE SULLA CADUTA DI "CAPELLI D’ANGELO"

il 18/10/2002 ad Alessandria

RELAZIONE TECNICA

 

Il giorno 19 ottobre 2002 perveniva al sottoscritto, responsabile scientifico del C.U.N. per le analisi di laboratorio e le tracce al suolo, una e-mail da parte del Dr.Franco Mari (componente del Consiglio Direttivo), che lo informava d’un insolito fenomeno accaduto il giorno precedente nell’alessandrino: una copiosa ricaduta di un non meglio identificabile materiale filamentoso, assimilabile a "tela di ragno".

Per inquadrare al meglio la situazione, riporto testualmente la descrizione dell’evento, così come trasmessa al Dr.Mari da parte del testimone, lo studente diciassettenne Riccardo Carretta:

<< Sono un ragazzo di 17 anni e vi scrivo per segnalarvi un fenomeno che ha destato la mia attenzione. Da diversi anni sono appassionato di UFO; questa passione ha fatto sì che mi sia documentato attraverso libri e trasmissioni sull'argomento.

Ieri, 18 ottobre 2002, la mia città e le zone circostanti sono state oggetto di un fenomeno singolare e che mai mi era capitato di vedere: i tetti, le automobili, gli alberi si sono ricoperti di strani filamenti che sono scesi dal cielo, depositandosi in maniera massiccia. La struttura e le caratteristiche di tali filamenti mostrano evidentemente che non si tratta di semplici ragnatele.

Riflettendo su quanto stavo vedendo, mi sono tornati alla mente diversi dossier in cui si trattava questo fenomeno, sempre collegato all'avvistamento, nelle medesime zone, di oggetti volanti non identificati.

Tanto più che mia madre ha affermato di aver visto, proprio nella giornata di ieri, una formazione di oggetti volanti che si muovevano rapidamente e in formazione quadrangolare, da sud verso nord.

Ho analizzato quanto mi ha detto e ho riscontrato che le caratteristiche di quegli oggetti non sono riconducibili ad aeromobili o stormi di uccelli.

Io sono in possesso di un campione di questi strani filamenti. Vi prego di analizzare la mia testimonianza; spero che mi contatterete quando avrete formulato un'ipotesi sull'accaduto. Vi ringrazio per l'attenzione e vi fornisco il mio recapito >>.

Il sottoscritto, conscio del fatto che, se si fosse trattato di "bambagia silicea" (tipo quella caduta su Firenze nel lontano 1954), ogni minuto guadagnato poteva risultare determinante per l’espletamento delle indagini di laboratorio, essendo tale materiale estremamente volatile e tendente alla sublimazione, prese immediati contatti telefonici col suddetto testimone, al quale, verificatane l’attendibilità e la disponibilità, impartiva disposizioni sulle modalità di prelievo, conservazione ed invio del materiale in oggetto.

Il testimone, nel rassicurarmi che i filamenti non erano assolutamente "svaniti", ma solo leggermente ridotti in dimensioni e consistenza a distanza di circa 48 ore dalla caduta, già mi dava indirette indicazioni sul fatto che probabilmente il materiale dallo stesso prelevato poco o nulla aveva a che fare con la "bambagia silicea" (boro-silicato di calcio e magnesio) di cui sopra. In ogni caso, il giorno 22 ottobre giungeva al mio domicilio, a mezzo posta prioritaria, un contenitore sterile con alcuni residui dei filamenti in oggetto.

Tali filamenti venivano sottoposti, d’intesa con un collega dei Laboratori CNR di Parma, ad accurate ed approfondite indagini microscopiche (mediante l’impiego di uno stereomicroscopio binoculare, ingrandimento 70x, in campo chiaro ed in campo scuro, sia con luce incidente sia riflessa) e successivamente fotografate con fotocamera digitale.

Tale indagine, i cui risultati rendevano superflui ulteriori accertamenti (in ogni caso impossibili, data l’esiguità del materiale a disposizione), mostrava inequivocabilmente che si trattava di filamenti non di origine biologica (come la sericina, prodotta dalle ghiandole degli Aracnidi, che si solidifica a contatto con l’aria, dando luogo alla "ragnatela"), bensì di filamenti simili a quelli delle fibre tessili, di tipo non-vegetale (es.cotone), ma sintetico (es.rayon). In particolare, detti filamenti presentavano lungo il decorso un’alternanza di segmenti chiari e di segmenti più scuri e la presenza, anche se non costante, di zone rifrangenti la luce; aspetto, quest’ultimo, tipico delle fibre tessili polimeriche di sintesi.

In contemporanea (ed a mia insaputa), lo studente provvedeva a sottoporre analoghi filamenti al parere di alcuni insegnanti dell’Istituto Tecnico "Leonardo Da Vinci" (la scuola da lui frequentata), ottenendone un responso pressoché identico al nostro. Anche in questo caso, riporto testualmente la comunicazione inviatami dal testimone:

 

<< Egregio Signor Pattera,

le scrivo per comunicarle gli sviluppi della vicenda relativa allo strano fenomeno che si è verificato il giorno 18/10/02 nell’alessandrino.

Deve sapere che nei giorni successivi alla comparsa degli strani filamenti, l’ARPA (Azienda Regionale Protezione Ambientale) ha divulgato tramite alcuni quotidiani a diffusione provinciale e regionale una fantomatica spiegazione dell’insolito evento.

I tecnici di tale azienda hanno sentenziato che i filamenti non sono nient’altro che ragnatele prodotte da una particolare specie di ragni di terra; tuttavia in questi articoli non veniva dato nessun dettaglio tecnico e non venivano fornite prove che giustificassero i risultati di tale ricerca.

In aggiunta a tutto questo ci tengo ad informarla del parere dato da due Professori (uno di chimica e uno di biologia) del mio istituto (I.T.C. "Leonardo Da Vinci"); io li avevo coinvolti facendo loro notare la singolarità del fenomeno che avevo osservato e loro, dopo aver raccolto un campione dei filamenti, hanno proceduto ad un analisi microscopica.

La cosa importante è che il loro parere è stato assolutamente discordante con quello fornito dall’ARPA: da quanto hanno potuto osservare sono giunti alla conclusione che non si tratta di un composto di derivazione biologica, bensì di una fibra sintetica (che loro non sono riusciti ad identificare attraverso gli strumenti a loro disposizione).

Spero che le informazioni che le ho fornito le siano di aiuto e la ringrazio anticipatamente se mi terrà informato sugli sviluppi della vicenda.

Le porgo cordiali saluti.

                      Riccardo Carretta >>.

A questo punto credo di poter ritenere concluse, per quanto mi riguarda, le indagini commissionatemi dal CUN circa gli strani reperti di Alessandria, non prima di aver sottolineato che, quando due o più ricercatori che non si conoscono, distanti fra loro, uno all’insaputa degli altri e viceversa, studiando lo stesso fenomeno giungono alle stesse conclusioni, la Scienza può ritenersi sufficientemente soddisfatta circa la veridicità dei risultati ottenuti.

 

Giorgio Pattera

 


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